Duomo

  1. Facciata e interno
  2. Cappelle e monumenti interni
  3. Il Battistero di San Giovanni
  4. La torre campanaria
 

Facciata e interno

Foto della facciata del duomo di Volterra

Dedicata all'Assunta, la cattedrale fu ricostruita intorno al 1120 su una preesistente chiesa dedicata a Santa Maria. La facciata a salienti è divisa orizzontalmente da una cornice a trecce e fiori mentre verticalmente è ripartita in tre comparti da forti lesene quadrangolari di tipo lombardo. L'inserzione del portale marmoreo con la lunetta a tarsie geometriche, formato da materiale di sfoglio di epoca romana, è da riportarsi al XIII sec. quando tutta la fabbrica viene ingrandita e adornata, secondo il Vasari, da Nicola Pisano. L'interno, pur conservando nella struttura e nell'impianto la forma romanica a croce latina, a tre navate, per i continui rifacimenti avvenuti nel corso dei secoli, offre, in particolare sulla linea delle navate, un aspetto tardo-rinascimentale.
Ai primi decenni del Cinquecento si devono i disegni dei sei altari, in pietra di Montecatini, formati da un grande arco cassettonato, recante in fronte festoni di fiori e frutta con stemma o emblema. Esso poggia sopra una trabeazione classica e sopra due colonne scanalate, con capitelli con foglie di acanto e volute, impreziosite da nicchie, vasi e delfini.

 
 
Foto del portale dell'ingresso princiopale del duomo
Disegno della pianta del duomo
 
 
Foto dell'interno del duomo di Volterra

Nel 1580-84 nell'opera di adeguamento della fabbrica alle nuove norme liturgiche, scaturite dal Concilio di Trento e caldamente sostenute dal vescovo Serguidi, furono fatti scalpellinare e poi rivestire di stucco a Leonardo Ricciarelli, nipote di Daniele, i capitelli delle ventidue colonne che Giovampaolo Rossetti rivestì pure di stucco "di polvere di marmo e mattoni". Fu eseguito, pure il soffitto a cassettoni, gradevole insieme da croci, rombi, ottagoni, fiorami, figure di santi e vari colori e oro, disegnato e messo in opera da Francesco Capriani, intagliato da Jacopo Pavolini da Castelfiorentino e messo a oro da Fulvo della Tuccia. Al centro della navata è lo Spirito Santo (il Paradiso). Intorno sono i busti dei santi della chiesa volterrana: S. Ugo e S. Giusto, S. Lino Papa, S. Clemente, le SS. Attinia e Greciniana. Al centro del transetto è la Vergine Assunta in cielo con ai lati S. Vittore e S. Ottaviano. Gli stemmi dei Medici, del Serguidi e del Comune sovrastano l'arcone trionfale e una iscrizione ricorda che il grandioso soffitto è stato realizzato grazie alla munificenza del granduca, alla sollecitudine del vescovo, alla concordia dei cittadini.

 
 
Foto del pulpito

Fu anche ricomposto un pulpito con materiali preesistenti e pezzi nuovi, dopo che fu tolto il recinto presbiteriale, che era al centro della chiesa. Le finestre romaniche furono occluse e aperte quelle rettangolari ancora in uso.
I lavori di restauro del Duomo del 1842-43, determinarono la pittura della chiesa a finte lastre bianche e grigiastre. Tutto il pavimento fu rifatto di marmo di ambrogette bianche e nere. Il finto marmo cinquecentesco delle colonne fu colorato di granito rosa, e a spese del vescovo fu fatto anche l'attuale presbiterio, il cui disegno esclusivo è di Aristodemo Solaini.
I restauri del 1934-36 provocati da un incendio, portarono il transetto alla forma gotica, per quanto non originale, con le quattro monofore digradanti e la massa muraria a filari di tufo. Furono però abbattuti i cinquecenteschi organi. A destra entrando. Monumento a Francesco Gaetano Incontri arcivescovo di Firenze: il busto è dello scultore Aristodemo Costoli (XIX sec. ) mentre il disegno e gli ornati sono di Mariano Falcini. Il paliotto costituito da otto formelle, avanzi di un antico recinto presbiteriale, accolgono negli abili giochi cromatici delle tarsie elementi ornamentali pisani e fiorentini del XII sec.

 
 
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Cappelle e monumenti interni

Cappella Giorgi. Tavola raffigurante l'offerta di Volterra alla Vergine eseguita da Pieter de Witte nel 1587 su commissione del Capitano Francesco detto del Bovino della famiglia Giorgi, che appare alla sinistra della tavola.

Cappella Collaini. Tavola raffigurante la Natività di Maria, realizzata da Francesco Curradi prima del 1618.

Cappella Perissi. Tavola raffigurante la Presentazione della Vergine al tempio, di Giovan Battista Naldini eseguita nel 1590.

Cappella di San Carlo. Sopra la porta una tavola raffigurante Crocifisso con la Vergine, San Giovanni, Sant'Antonio A., San Francesco, Sant'Agostino, eseguita da Francesco Curradi nel 1611. All'interno, sull'altare di tipo vasariano una tela raffigurante l'Estasi di San Carlo Borromeo davanti alla Vergine, di Jacopo Chimenti detto l'Empoli. Alle pareti laterali Santa Maria Maddalena di Scolaro di Guido Reni e Immacolata Concezione e Santi, di Francesco Brini.
 
Cappella Serguidi. Attribuita al Vasari, fu terminata nel 1595 decorata di stucchi da Leonardo Ricciarelli e di pitture da Giovanni Balducci. Sull'altare tavola raffigurante la Resurrezione di Lazzaro, di Santi di Tito eseguita nel 1592. Alle pareti laterali due tele di Giovanni Balducci, 1591: Cristo caccia i profanatori dal tempio e la Moltiplicazione dei pani.

 
Foto della scultura in legno raffigurante la Deposizione della Croce

Cappella della Deposizione. Gruppo di cinque figure in legno policromo raffigurante Cristo deposto dalla Croce, eseguito nel 1228 da ignoto scultore volterrano.
 
Cappella di Sant'Ottaviano. Arca contenente il corpo del Santo Eremita, eseguito nel 1522 da Raffaele Cioli da Settignano in segno di ringraziamento per la fine di una pestilenza; gli angeli cerifori ai lati dell'arca sono di Andrea Ferrucci.

Cappella Maggiore o Coro. Francesco del Tonghio e Andreoccio di Bartolomeo hanno eseguito gli stalli canonicali e la preziosa cattedra episcopale ricca di intarsi mentre le panche dei cappellani sono opera di maestri toscani del XVI sec. . Nello sfondo della volta affresco dell'Eterno Padre, ultimo resto di un ciclo di affreschi che decoravano il coro con storie della Vergine eseguiti da Niccolò Cercignani nel 1585. L'altare maggiore in marmo opera degli inizi del 1800 è concluso dal ciborio che Mino da Fiesole eseguì per la cattedrale nel 1471 a forma di un tempietto quadrato, nel cui fusto sono scolpite le tre virtù teologali. Ai lati dell'altare sono due colonne di marmo bianco a tortiglione ornate di fregi con capitelli corinzi opera del XII sec. Sostengono due figure genuflesse di angeli cerifori attribuiti allo stesso Mino da Fiesole che appartengono al ciborio.


 

Cappella di S. Ugo. Il corpo del santo vescovo volterrano, Ugo dei Saladini, riposa nell'urna marmorea fatta eseguire nei 1644 da Ludovico Incontri dei Cavalieri di S. Stefano e imitante nella forma e nell'ornato l'arca cinquecentesca di S. Ottaviano.

Cappella della Madonna dei Chierici. La statua lignea della Vergine con il Bambino, donata da maestro Jacopo di Ciglio, detto il Barbialla è opera giovanile di Francesco di Valdambrino, eseguita nel primo ventennio del sec. XV.

Cappella di S. Paolo o degli Inghirami. Ricca per varietà e qualità di marmi, fu costruita dall'ammiraglio Jacopo Inghirami su disegno di Alessandro Pieroni, mentre Giovanni Mannozzi, detto Giovanni da S, Giovanni, ha dipinto nei riquadri della volta e delle pareti storie della vita di S, Paolo. Da notare la visione del Battistero di Volterra, affrescato nella scena del "Corteo per Damasco" nel lunettone sopra la cimasa dell'altare, mentre a destra, davanti alla finestra, compaiono quattro personaggi di Casa Inghirami fra cui l'ammiraglio Jacopo in piacevole conversazione. Alle pareti laterali, delimitate da cornici di Nero di Porto Venere la tela di Matteo Rosselli, raffigurante "La Missione di S. Paolo a Damasco" e la tela di Francesco Curradi raffigurante "La decapitazione di S. Paolo"
Sull'altare la tela raffigurante "La caduta di S. Paolo sulla via di Damasco" eseguita nel 1623 da Domenico Zampieri, detto il Domenichino.
Sopra la porta che immette nella canonica una tela raffigurante la "Immacolata Concezione e Santi" di Cosimo Daddi (sec. XVI).

Cappella dei Verani. Tavola raffigurante la "Immacolata Concezione", eseguita da Nicolò Cercignani, detto il Pomarancio, nel 1586.

Pulpito. Sono di sicura discendenza guglielmesca (sec. XII) le tre formelle raffiguranti "L'Ultima cena, l'Annunciazione e la Visitazione, il Sacrificio di Abramo", nonché i leoni stilofori mentre la base dei cancorrenti e le lastre di alabastro intarsiato sono del 1584, anno in cui, tolto il recinto presbiteriale dal centro della cattedrale, fu composto l'attuale pulpito con materiale nuovo e vecchio di diverse scuole e provenienze.

Cappella dell'Annunziata. Tavola raffigurante l'Annunciazione di Maria di Mariotto Albertinelli con la collaborazione di Bartolomeo Della Porta, limitatamente all'angelo, come recita la scritta in carboncino dietro il quadro, che porta la data 1497.

Cappella di S. Sebastiano. Tavola raffigurante il Martirio di S. Sebastiano, eseguito da Francesco Cungi di Borgo S. Sepolcro nel 1588.

Monumento sepolcrale di Mario Maffei. Il presule, in abiti pontificali, ritratto sul sarcofago nella posa di un dormiente, è stato eseguito da Giovan Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo, che per volere dei familiari Guido e Paolo Riccobaldi Del Bava, vollero eternare la memoria del loro congiunto che fu cittadino benemerito della sua città, noto umanista e vescovo di Cavallion, morto in Volterra nel 1537.

Oratorio della Vergine Maria. I tabernacoli aperti nel muro e chiusi da fastosi cancelli seicenteschi in ferro battuto contengono due gruppi statuari in terracotta colorata a tutto tondo e di grandezza quasi al naturale che la recente critica ha assegnato a Giovanni della Robbia. A sinistra il Presepio con sullo sfondo affresco di Benozzo Gozzoli raffigurante la cavalcata dei Magi. A destra l'Epifania.

Cappella del S.S. Nome. In elegante cornice architettonica del Cinquecento è conservato il Monogramma di Cristo donato da San Bernardino da Siena alla città, racchiuso in preziosa teca argentea del XVIII sec.

La sacrestia. Postergali sormontati da baldacchini ed archetti finemente intarsiati forse avanzo di un antico coro, intagliati da Gaspare di Nando di Pelliccione di Colle Val d'Elsa nel 1423. Grande armadio seicentesco a forma di altare contenente preziosi busti reliquiari in argento dei Santi volterrani. Armadi a formelle intarsiati a disegni geometrici e lavabo in marmo bianco del XV sec.

 
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Il Battistero di San Giovanni

Foto del Battistero di san Giovanni

La costruzione dell'attuale battistero è da riportarsi al XIII sec. anche se alcuni elementi architettonici e decorativi farebbero risalire la fabbrica ad epoca anteriore. Infatti l'interno tutto a filari di pietra volterrana è mosso da sei nicchie incassate nello spessore murario secondo una tipologia documentata nella zona intorno alla metà del XII sec.
Di forma ottagonale terminante con cupola, presenta una facciata rivestita di marmi bianchi e verdi con un portale che mostra la presenza a Volterra di un maestro di cultura affine a quella di Nicola Pisano, facilmente deducibile dal capitello all'imposta dell'arco con i volti delle sfingi ridenti, emergenti dal fogliame. Le sculture della scarsella sono di Mino da Fiesole e di Alessandro Balsimelli da Settignano, mentre la tavola sull'altare rappresentante l'Ascensione al cielo è di Nicolò Cercignani che la eseguì nel 1591. L'attuale fonte battesimale è di Giovanni Vaccà (1760). Nella nicchia a destra dell'altare è conservato un fonte battesimale dove sono scolpite su cinque faccie il battesimo di Cristo, la Fede, la Giustizia, la Carità, la Speranza, eseguite in marmo bianco e in forma ottagona da Andrea Cuntucci, detto il Sansovino, nel 1502.

 
 

La torre campanaria

Foto della torre campanaria del duomo

Di fronte all'ex-ospedale di Santa Maria e separato dalla Cattedrale dalla cappella della Vergine Maria fu innalzato nel 1493 in sostituzione del vecchio che minacciava rovina come attesta l'iscrizione apposta alla base della torre. Un campanile simile fatto costruire al tempo del cardinale Giovanni dei Medici nel 1482 su disegno del Sansovino, si trova a Bolsena nel santuario dei Santi Giorgio e Cristina: è probabile che i volterrani abbiano chiesto il disegno per il loro campanile insieme alla commissione del fonte battesimale che si trova nel battistero e che il Sansovino con certezza eseguì nel 1502 come si legge nello stesso fonte.

 
 
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