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il Rinascimento

Foto della Fortezza Medicea

Il periodo rinascimentale

Mentre si operava nelle difese, le grandi famiglie volterrane dettero il via a numerose trasformazioni dei loro palazzi secondo i modelli elaborati dalla cultura architettonica fiorentina. La probabile presenza di Michelozzo nel cantiere del convento di San Girolamo a Velloso (1445) e di Antonio da San Galllo il vecchio, nella ristrutturazione della "Vendita" (attuale palazzo vescovile) potrebbe aver facilitato la diffusione dei modelli fiorentini: case e palazzi come quelli delle famiglie Pilastri, Ricciarelli, Minucci e Gherardi conoscono un rimodernamento delle facciate e un adeguamento delle antiche torri al nuovo gusto diffuso dalla città dominante.

 
Particolare del dipinto di Cristo in Gloria di Domenico Ghirlandaio

Nel 1530, in un'ultima disperata speranza di riacquistare le libertà perdute, Volterra si ribellò ai fiorentini in guerra con i Medici, alleandosi con questi ultimi, ma fu ripresa e nuovamente saccheggiata dal Ferrucci. Restaurati i Medici a Firenze, Volterra perse definitivamente la propria indipendenza, e divenne una delle città dello stato mediceo di cui seguì le sorti; ma con il dominio granducale inizia per Volterra e il suo territorio un perido di lenta ma progressiva decadenza che si protrarrà fino a tuto il XVIII sec.
La ripresa della lavorazione dell'alabastro verso la metà del XVI si realizzò quasi esclusivamente come fatto d'arte e non si orientò verso indirizzi commerciali. Anche il tessuto insediativo non mostra grosse trasformazioni; si possono trovare alcuni interventi di completamento, come palazzo Inghirami (facciata realizzata su progetto di Gherardo Silvani) e di nuove costruzioni soprattutto religiose, fra le quali spicca la riedificazione della chiesa dei SS. Giusto e Clemente.

 
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